L’origine del peperoncino, il nostro amato frutto che proviene da molto molto lontano, vediamo insieme da dove deriva il nome peperoncino e la sua provenienza.
L’origine del peperoncino: il nome
Secondo alcuni il nome della specie del peperoncino “Capsicum” ha origini differenti e deriva dal termine:
- Capsa: termine latino che significa scatola
- Kapto: termine greco che significa mordere.
Il termine peperoncino appare per la prima volta intorno al 1900 come diminutivo di “peperone” e per avere una somiglianza con il “Piper” pepe nella piccantezza.
La provenienza del peperoncino
L’origine del peperoncino domesticato proviene dall’ America Centrale precisamente dalla valle del Tehuacán in Messico nel 5000 a.C.
Arrivò in Europa grazie a Cristoforo Colombo nel 1492 il quale lo etichettò come “pimiento”, ma nel Sud America veniva chiamato Aji.
Il primo Occidentale a scoprire il sapore piccante di questo nuovo frutto fu Diego Alvaro Chanca, un medico che partecipò alla seconda spedizione di Colombo.
Si pensa che la specie di peperoncino scoperta da Cristoforo Colombo fu quella dei Capiscum Chinense, che riportò e fece conoscere in Spagna
Ma non è da attribuire a lui la proliferazione del peperoncino in tutto il resto del mondo, ma dall’attività delle rotte commerciali dei portoghesi.
Infatti i portoghesi portarono in giro per il mondo la specie di peperoncino più comune anche nella nostra penisola: il Capsicum Annuum proveniente dal Messico.
Successivamente fu il botanico Italiano Pier Andrea Mattioli a descrive il peperoncino come una pianta comune chiamandola erroneamente “pepe d’India” o “pepe cornuto”.
Origine del peperoncino: in cucina
All’origine il peperoncino veniva usato solamente come pianta ornamentale, per poi diventare con il passare del tempo anche un alimento.
Inizialmente veniva usato solo dai contadini per insaporire i loro piatti poveri, venendo così definito come “spezia dei poveri”.
Successivamente utilizzato come conservante e sfruttato per le sue proprietà disinfettanti.
Solo agli inizi del 1931 con Filippo Tommaso Marinetti, comparve il peperoncino sulle tavole della società ad alti livelli.
Egli propose del peperoncino verde con all’interno bigliettini a favore del Futurismo (movimento culturale ed artistico di quel periodo).
Nel periodo moderno invece, intorno al 1983, troviamo nel libro “Gentiluomo” la ricetta degli spaghetti aglio, olio e peperoncino scritta da Livio Cerini.
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